Della trimestrale di Tesla non ce ne importa un fico secco

Il titolo è provocatorio. Ma neanche tanto poi. Dall’ultima trimestrale Tesla è emerso quanto co si aspettava: l’azienda americana ha incassato 3.3 miliardi di dollari, un numero interessante e leggermente in crescita rispetto alla precedente trimestrale, tuttavia le perdite continuano ad aumentare arrivando a quota 675 milioni di dollari. In sostanza i nuovi dati aziendali mostrano un aumento delle vendite del 44%, al cospetto di perdite in enorme crescita rispetto allo scorso anno. Per fare un confronto con le perdite di Tesla durante lo stesso trimestre dell’anno scorso, questo valore era ancora di 121 milioni di dollari.

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Le statistiche di Tesla hanno rivelato che nel quarto trimestre sono stati consegnati in totale 29.967 veicoli, tra cui almeno 1.542 Model 3, la prima elettrica “popolare” firmata Elon Musk. Dopo l’iniziale collo di bottiglia produttivo che ha interessato la Model 3, ora sembra che la casa americana sia riuscita a cambiare passo. Ad oggi il numero di consegne di Model 3 non è certo esaltante, tuttavia l’azienda americana ha dichiarato che entro la fine del 2018 raggiungerà il target di 2.500 unità alla settimana, arrivando a 5.000 alla fine del secondo trimestre. Continuano ad andare a gonfie vele Model S e Model X le quali hanno registrato un totale annuale intorno alle 100mila unità.

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Molto probabilmente il vero e proprio game changer per Tesla si avrà con la produzione della Model Y, SUV di segmento medio costruito su base Model 3 che dovrebbe arrivare sul mercato nel 2020. Molto probabilmente la raccolta fondi partirà già dalla fine di quest’anno.

Sì, delle trimestrali di Tesla ormai non ce ne importa un fico secco

Tornando a bomba sul titolo dell’articolo è ormai acclarato che Tesla continua a bruciare soldi. Quindi fallirà? Assolutamente no. Elon Musk ha creato da zero un’azienda che comunque, ad oggi, riesce ad offrire un ottimo prodotto. Tesla Model S e Model X sono due vetture ben realizzate che, adesso, hanno ormai risolto i problemi di qualità che affliggevano i primi esemplari. Acquistando una Tesla oggi ci si porta a casa, oltre che tanta tecnologia, anche un intero ecosistema dove i Supercharger rappresentano la vera e propria punta di diamante.

Elon Musk è l’unico che è riuscito a fare una portentosa raccolta fondi per una vettura, la Model 3, di cui non si sapeva praticamente nulla. Eppure quasi 400mila persone l’hanno prenotata versando i 1000 dollari della caparra per una vettura che molto probabilmente non vedranno prima del prossimo anno. Elon Musk può infatti contare su una schiera di utenti, appassionati, fedelissimi che le altre aziende automobilistiche possono solo sognare. Persone che si fidano ciecamente di tutto quello che l’imprenditore americano promette. Del resto è riuscito a spedire un’auto su Marte vuoi che non riesca a raggiungere i target produttivi della Model 3?

Tesla Model S 100D

Musk ha quindi proposto un qualcosa di effettivamente nuovo. Qualcosa che non c’era prima. No, non stiamo dicendo che Tesla e Musk hanno inventato l’auto elettrica, stiamo semplicemente affermando che l’imprenditore americano ha reso terribilmente sexy ed appetibile l’auto elettrica che prima (forse) era esclusivo appannaggio di qualche sedicente ecologista.

Quello che Elon Musk ha effettivamente creato è il settore delle auto elettriche di lusso. Un’intuizione che ha lasciato di stucco anche i colossi tedeschi tanto che sono dovuti correre al riparo annunciando i loro piani di elettrizzazione della gamma. Il Gruppo Volkswagen, BMW e Daimler hanno annunciato una progressiva elettrificazione della gamma che dovrà compiersi tra il 2020 ed il 2025.

L’inventore di Paypal però ha fatto qualcosa in più. Oltre a creare auto elettriche funzionali ha predisposto una rete di ricarica proprietaria che sta diventando sempre più capillare: i Supercharger. Inoltre ha ormai trasformato Tesla, soprattutto dopo l’acquisizione di Solar City, in una società che eroga servizi legati all’energia rinnovabile. Chi compra una Tesla si porta quindi a casa un’ecosistema che potrebbe ad esempio completare acquistando un tetto solare o una batteria di accumulo domestico Powerwall.

Giudicare Tesla con i classici criteri che utilizziamo per giudicare l’andamento delle altre case automobilistiche -venduto, profitti e perdite- è ormai acclarato che è riduttivo. Elon Musk ha plasmato una creatura che in futuro prossimo dovrebbe e potrebbe diventare profittevole. Ci si aspetta quindi il raggiungimento del tanto agoniato break even point ma prima di allora non rompete le scatole ad Elon Musk.

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